Fapav sconfitta, Telecom non deve rivelare i nomi dei suoi utenti

Inviato da harvey lomax il Gio, 04/22/2010 - 23:17
Argomento
Il Tribunale di Roma ha respinto le richieste di Fapav: Telecom non è responsabile di ciò che fanno i suoi utenti. La vicenda ebbe inizio mesi or sono, quando la Federazione Anti Pirateria Audiovisiva, supportata da SIAE, aveva presentato al Tribunale di Roma alcune richieste. Fapav aveva, attraverso la CopeerRight Agency, rastrellato sulla rete gli indirizzi IP di numerosi utenti che, a suo dire, sarebbero stati colpevoli di infrazione del diritto d'autore, essendosi recati su alcuni siti collegati ai circuiti peer 2 peer. Centinaia di migliaia di utenze, secondo l'agenzia incaricata, per 2 milioni e mezzo di download illegali degli stessi nove film. Fapav ha perciò richiesto al tribunale di obbligare Telecom, a cui facevano capo le linee di utenti privati associate a quegli indirizzi IP, di impedire l'accesso ai siti incriminati, comunicare alle forze dell'ordine i dati degli utenti incriminati, ed "avvertire" i medesimi che la loro attività criminale non è passata inosservata. La vicenda ha avuto il suo esito lo scorso 15 aprile, con la sentenza di un giudice cha ha dunque decretato la sconfitta di Fapav e dei suoi compagni di merende, a favore di Telecom, che quindi non dovrà assurgere al ruolo di poliziotto della rete. Come sancito dall’art. 12 e dell’art. 15 della Direttiva 2000/31/EC sul commercio elettronico, il provider non è responsabile del comportamento dei suoi utenti, come non lo è la società Autostrade se qualcuno percorre i suoi tratti commettendo dei crimini, o le Poste se qualcuno spedisce cd contraffatti. Indagare ed accertare eventuali violazioni è e rimane compito dell'autorità giudiziaria, e Fapav non può dunque chiedere che sia Telecom a farsene carico. Nè può chiedere al provider stesso di fornire i nomi di quegli utenti sospettati di violazione di copyright. Ergo il modello giustizia fai da te della cricca del copyright non potrà essere applicato. Il giudice ha comunque sancito che Telecom dovrà inviare all'autorità giudiziaria eventuali segnalazioni di infrazione del diritto d'autore provenienti dai detentori dello stesso, ma secondo esponenti della società "È solo un obbligo formale, senza reali implicazioni pratiche. Nella sostanza, vittoria su tutta la linea". Resta il fatto che Fapav, nonostante le dichiarazioni di senso opposto, avrebbe forse violato la privacy degli utenti in qualche modo, accumulando dati sulle loro connessioni e forse, ma ciò è da appurare, anche gli indirizzi IP. Proprio questo è uno dei punti oscuri, mentre l'associazione dichiara di non possedere "i numeri" per intero, molti sospettano che non sia così, altrimenti sarebbe stato impossibile associare un utente ad uno degli indirizzi incriminati. In tal caso, che senso avrebbe avuto richiedere a Telecom di avvisare tali utenti delle violazioni che avrebbero commesso, visto che non sarebbe possibile identificarli per certo? Ci si rende quindi conto dell'assurdità delle richieste formulate a suo tempo da Fapav. Innanzitutto potrebbe esserci a monte una violazione della privacy degli utenti, che come è stato più volte ribadito in sede al Parlamento Europeo, è un diritto ben superiore a quello dell'autore. Secondo, si è tentato ci trasformare un fornitore di servizi di telecomunicazioni in un'autorità giudiziaria. Terzo, la base di tutte le richieste è, se effettivamente non esistesse una raccolta di indirizzi IP colpevoli, ma solo dei dati parziali, assolutamente velleitaria. In conclusione, Fipav se ne torna a casa con le pive nel sacco. Talvolta la giustizia esiste anche in Italia.