Grazie a Siae, ora paghiamo l'equo compenso anche sui telefoni cellulari

Inviato da harvey lomax il Lun, 01/18/2010 - 21:53
Argomento
Grazie ministro Bondi e grazie Siae. Dallo scorso 30 dicembre 2009 gli italiani pagano l'equo compenso non solo su cd,dvd, hard disks, penne usb, cassette ecc, ma anche sui telefoni cellulari e sui computers già assemblati. La notizia della firma del decreto è stata data solo pochi giorni fa, in perfetto stile giacobino. Un decreto fatto non ad personam ma per la solita lobby. Come se tutti i telefonini potessero archiviare dati come musica e video. Il perché di questo decreto si può capire facendo due conti: nel nostro paese nel 2009 sono stati vendti circa 22 milioni di telefonini. Secondo il decreto, per ogni cellulare venduto vi sarà un equo compenso dovuto alla Siae di 90 centesimi di euro. Quanto fa 90 cents per 22 milioni? Fa 19.800.000 euro, a cui si devono poi sommare i 2,40 euro per ogni pc con masterizzatore venduto ed 1,90 euro per quelli senza masterizzatore (siamo l'unico paese in Europa che applica l'equo compenso sui pc). Secondo una stima, gli introiti derivati dall'equo compenso lo scorso anno ammontano a 70-80 milioni di euro. Grazie a questa nuova tassa su telefonini e computers si ritiene che Siae incasserà circa 300 milioni di euro, più ovviamente tutto il denaro derivante da altre fonti. Non paga, sul suo sito si dichiara non ancora soddisfatta. Probabilmente intendono richiedere il ripristino dello jus prime noctis. Se mettete su di un dvd il filmino del compleanno di vostro figlio, pagate l'equo compenso. Se copiate su di una penna usb dei vostri appunti di lavoro, su quella penna usb, pagate l'equo compenso. Se a casa avete un server il cui hard disk ospita un sito web che spiega come preparare un attacco terroristico facendola in barba a CIA, FBI, ENEL, McAfee e Gambero Rosso, su quello pagate l'equo compenso. Mi domando perché non si paghi l'equo compenso anche sulla carta o su qualunque altro supporto ove si possano riprodurre contenuti protetti da diritto d'autore, come per esempio i muri esterni degli edifici, dove spesso leggiamo frasi tratte da canzoni o copie non autorizzate di dipinti famosi. E perché non viene applicato l'equo compenso anche su ciò che memorizziamo nel nostro cervello, come film, canzoni, partite di calcio, cioè tutta roba tutelata da Siae e dai suoi Mr. Smith? Volete un consiglio? Anziché foraggiare questi esseri, andate a comperare telefonini e computers all'estero, oppure ordinateli dall'estero via internet. Su questo articolo di Punto Informatico trovate un approfondimento ad opera dell' avv. Guido Scorza. Qui la trascrizione di una puntata di Report sulla Siae e su come questa redistribuisce le sue entrate. Ed ora scusate, ma vado a vomitare...