Argomento
Al Senato è stato approvato il DDL Sviluppo. Oltre al ritorno al nucleare ed all'avvento della class action, seppure con molte limitazioni, sono stati sanciti ulteriori provvedimenti. Tra questi, uno riguarda l'infrazione del diritto d'autore commesso all'interno delle aziende. E' stata infati stabilita la corresponsabilità dell'azienda nei casi in cui un dipendente fosse colto ad utilizzare risorse aziendali che lo portassero ad infrazioni del copyright (articolo 15 comma 7 lettera c). In questo modo si tenta di spingere le aziende a vigilare su certi comportamenti dei dipendenti. Non è infatti raro che impiegati scarichino files, programmi, musica coperti da diritto d'autore mentre si trovano sul posto di lavoro. Vuoi per scarsa sorveglianza od eccessivo permessivismo da parte di chi dovrebbe controllare, vuoi perché in alcune realtà ci si può ritrovare con dipendenti molto abili e tecnologicamente eruditi, per cui risulta difficile coglierli in fallo. Il testo si rifà tra l'altro al Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 dove si specifica che un'azienda è comunque responsabile se l'illecito viene commesso per trarne un vantaggio: per esempio se viene utilizzato un software non licenziato, o comunque contraffatto, come una copia di un sistema operativo con un codice seriale frutto di un crack, oppure un programma di libero utilizzo per utenze domestiche ma che richiede il pagamento per l'utilizzo in aziende. L'articolo 1, comma 3 dello stesso recità però "Non si applicano allo Stato, agli enti pubblici territoriali, agli altri enti pubblici non economici nonche' agli enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale." Significa che lì possono continuare ad infrangere il diritto d'autore?
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