DDL sulle intercettazioni: blogger nel mirino

Inviato da harvey lomax il Mer, 02/04/2009 - 11:30
Argomento
Il disegno di legge sulle intercettazioni che era stato proposto sta per essere approvato. Come sappiamo, esso riguarda le intercettazioni telefoniche, tanto avversate dai politici nostrani, ma anche quelle telematiche. Lascia perplessi il fatto che tale disegno contenga anche i dettami di nuove regole che vanno ad impattare sulla gestione di blog e siti d'informazione in generale. Secondo quanto scritto infatti, i gestori sono obbligati a rettificare il contenuto di un post, articolo o simili, entro 48 ore a partire dalla richiesta di rettifica pervenuta, ovviamente da chi ritiene di essere stato diffamando o in qualche modo ingiustamente danneggiato dal contenuto del sito. Ovviamente, concordiamo col fatto che notizie errate (sia in buonafede che in malafede) debbano essere rettificate, ma appare assurdo comunque obbligare il gestore di un sito amatoriale, di un blog che viene aggiornato una volta al mese, che magari ha due visitatori alla settimana, ad intervenire entro sole 48 ore dalla richiesta (Articolo 15). La maggior parte dei siti amatoriali e blog è mantenuta da una sola persona: cosa accade se questa si trova in ferie in Patagonia senza connessione ad internet? O se si trova ricoverata in ospedale? O semplicemente se non ha avuto tempo di consultare la posta elettronica negli ultimi due giorni? Beh, secondo il disegno di legge, dovrebbe pagare una multa di parecchie migliaia di euro. Ciò che più lascia basiti è però il tentativo, ancora una volta, di equiparare sotto il profilo giuridico, le pubblicazioni di tipo amatoriale a quelle professionali. Per esempio, scrivere su di un quotidiano nazionale che un certo personaggio è un criminale è, secondo la proposta, la stessa cosa che scriverlo su di un forum di tifosi di calcio di una squadra di seconda categoria, il che è francamente assurdo. Negli ultimi tempi sembra che vi sia una volontà politica di imbavagliare le voci del dissidio, che più facilmente può scorrere sulla rete, piuttosto che attraverso i mass media convenzionali. Per attuare tale proposito vengono fatte proposte che cercano di raccogliere sotto lo stesso tetto oggetti fondamentalmente diversi fra loro, dando delle regole che possono essere valide per alcuni, ma che applicati a tutti non hanno senso. Inoltre, lo spettro della punizione sul singolo blogger amatoriale ha certo un peso maggiore che non su di un quotidiano online letto da frotte di individui; l'uno non ha praticamente possibilità di opporsi, mentre l'altro può contare su risorse economiche e schiere di avvocati per difendere le proprie ragioni; il primo può essere facilmente accusato di diffamazione, mentre giornalisti iscritti all'albo possono fare affidamento sulla legge sulla libertà di stampa (tecnicamente un blog non è soggetto alle regole dell'editoria... non ancora, quindi non si può appellare a tale norma); un blogger che pubblica una notizia magari riservata, di cui è venuto casualmente a conoscenza, può essere accusato di spionaggio, violazione della privacy ed altro, un giornalista sotto questo punto di vista è sicuramente maggiormente tutelato. E' chiaro a questo punto che un blogger che sbaglia può essere punito allo stesso modo di un quotidiano, solo che la punizione sul primo può avere effetti devastanti, mentre sul secondo la stessa pena potrebbe essere quasi ininfluente (per esempio una sostanziosa sanzione pecuniaria). Se ciò si verificasse, molti fra coloro che possiedono un blog od un sito che fornisce notizie, getterebbero la spugna per evitare di finire nei guai. Un metodo semplice ed efficace per imbavagliare le voci libere.