Argomento
Cuil è il nuovo nato tra i motori di ricerca. Frutto del lavoro di alcuni ex dipendenti di Google e di altre società dell'IT, Cuil è stato prodotto grazie ad un capitale di circa 33 milioni di dollari, solo in minima parte utilizzati sino ad ora. La rimanenza verrà utilizzata per un successivo sviluppo. Secondo quando compare sull'home page, il neonato motore indicizza più di 121 miliardi di pagine. Tuttavia è ancora in fase di assestamento, il lavoro da svolgere rimane ancora molto, attualmente i risultati delle ricerche in una lingua diversa dall'inglese lasciano abbastanza a desiderare, ma l'ambizione è quella di riuscire ad indicizzare anche quelle pagine reiette dai normali motori di ricerca, quelle pagine che il rank di Google nemmeno considera, come la paginetta del blog dell'adolescente emo che nessuno legge, o il quadretto familiare di due ragazzotti del Massachussets appena sposati su MySpace. La filosofia di Cuil è che, prima o poi qualcuno vorrà leggere quelle pagine, e quindi esse devono essere indicizzate. Un progetto ambizioso, non c'è che dire, che va preso comunque sul serio. Negli ultimi giorni tutti i giornali ne parlano, il browser Firefox è già attrezzato per aggiungerlo come scelta possibile tra i motori predefiniti. Cuil viene dipinto come il più terribile concorrente di Google, benché gli ideatori dichiarino di non volersi assolutamente contrapporre all'azienda di Mountain View. A loro modo di vedere, le ricerche su Cuil dovrebbero essere differenti. Cuil infatti si basa su algoritmi di ricerca basati sul concetto di semantica del web (spesso confuso con la definizione di Web 2.0), che, in parole molto povere, prevede di associare ad un generico oggetto una definizione di esso che riporti il suo proprio significato. In altre parole associare significante e significato. Più il primo è preciso, più sarà facile individuare correttamente il significato, corrispondente alla nostra idea di quell'oggetto. Un'intuizione simile l'aveva già avuta un tale Platone, e senza cercare su Google. Perché ciò avvenga, è comunque necessario che le idee siano già presenti all'inteno del nostro bagaglio cognitivo, quantomeno in una forma approsimata, affinché il concetto espresso sia sufficientemente fedele alla realtà: se definisco il cane (idea-significato) come quadrupede che abbaia e morde, e non ho mai visto un cane in vita mia, nella mia mente si formerà un'immagine probabilmente non sufficientemente vicina alla realtà, ma che potrebbe comunque essere abbastanza significativa per i miei scopi (riconoscere un possibile pericolo in un essere che abbaia, per esempio). La semantica quindi è tanto più efficiente quanto più essa è precisa, ed in questo concetto sta sia la forza che la debolezza del web semantico. Vedremo se Cuil (vocabolo gallese che significa conoscenza) riuscirà nel difficile intento. Certo è che una sana concorrenza sul campo di battaglia prediletto di Google non può che fare bene, soprattutto all'utente finale.