Argomento
Ennesimo caso di censura nella Repubblica Popolare Cinese. A partire dal 31 gennaio 2008, entreranno in vigore particolari restrizioni sulla diffusione di video destinati al web. Solamente i providers di Stato o controllati dallo stato, dotati di una speciale autorizzazione, potranno permettere agli utenti di pubblicare video. Tali video non dovranno essere di contenuto pornografici, offensivi per la nazione o il governo, destabilizzanti o relativi a segreti di stato, sarà compito dei providers vigilare e provvedere alla loro eventuale rimozione, cosa francamente difficile in un paese con milioni di internauti, ma la pena è di vedersi sospesa l'autorizzazione per un periodo fino a cinque anni. Gli utenti Cinesi non devono poter accedere a contenuti video non conformi alle policies del governo, e per questo anche un sito come YouTube corre il rischio di essere tagliato fuori dal regime della Cina Popolare, a meno che non si adegui alle nuove regole. Il governo cinese potrebbe infatti decidere di filtrare le connessioni al sito divenuto proprietà di Google. Cosa farà la nota compagnia IT? In ogni caso la prima mossa, cioè un'eventuale richiesta da parte delle autorità, spetta comunque ai cinesi. Fatto sta che come al solito, dietro ad apparenti buone intenzioni, si nasconde la possibilità di censurare qualunque contenuto video che indigesto al regime cinese. Agli utenti cinesi non rimane che farsi le pippe andando sui siti che parlano di borse ed azioni: secondo una recente statistica, la ricerca dei termini azioni, China Merchant Bank e Industrial and Commercial Bank of China su Google-Cina, batte quella della parola sesso. "Uhmmmm... il costo del denaro... ahhh... +0,02%... siiii... le blue chips..." SPRUZZZ!!.
Beh, ognuno si diverte come può...