Bradley Manning, un cittadino americano torturato dal proprio governo

Inviato da harvey lomax il Sab, 11/12/2011 - 19:30
Argomento
Negli USA, la Libertà è solo una statuaBy Daniel Schwen for Wikipedia
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Quasi quotidianamente sentiamo parlare di violazioni dei diritti umani e civili, di torture, di soprusi, abusi fisici e psicologici, violenze varie. E noi siamo soliti associare questi fatti a luoghi ove regnano regimi dittatoriali ed assolutisti. Siria, Iran, Myanmar, Sudan, Cina e tanti altri. Quasi mai la nostra mente ci porta ad associare tali brutalità a paesi del blocco occidentale. eppure è ciò che sta avvenendo ormai da lungo tempo negli Stati Uniti. Sì, proprio la patria della libertà, della democrazia, dei diritti civili. Il paese che da sempre si erge a difensore dei deboli, il paladino della libertà, l'esportatore di democrazia, si è scagliato con tutta la propria potenza ed arroganza contro un solo uomo, la cui unica colpa è stata quella di rivelare al mondo la verità. Stiamo parlando di Bradley Manning, l'unico vero eroe americano oltre a Chuck Norris. La gola profonda di Wikileaks, che grazie alle sue rivelazioni fece conoscere al mondo i crimini commessi dall'esercito americano durante le campagne militari in Iraq ed Afghanistan, da maggio del 2010 si trova imprigionato in condizioni disumane. Secondo Glenn Greenwal, avvocato che si reca a visitarlo quando possiblie, Manning viene tenuto in isolamento per 23 ore al giorno, dorme con le luci accese, indossando solo un paio di pantaloncini, incantenato durante le rarissime visite, può solo camminare in circolo nella propria cella. Qualcuno che lo ha visto asserisce che si trovi in uno stato catatonico. Ad inizio di quest'anno Amnesty International aveva espresso le proprie rimostranze per questo trattamento presso il segretario della difesa Robert Gates, ed in seguito il portavoce del dipartimento di stato americano PJ Crowley si era dimesso dopo aver definito l'atteggiamento nei confronti dell'ex soldato Manning "ridicolo, controproducente e stupido". Lo scorso 19 ottobre, Juan Mendez, il relatore ONU per le torture, ha confermato che il dipartimento della difesa USA gli ha negato il permesso di avere un colloquio non monitorato col prigioniero. Le condizioni imposte erano tali che Mendez ha rifiutato, non essendo garantita la riservatezza. Mendez scriverà un rapporto sulle condizioni di Manning, senza aver però potuto parlare liberamente con lui. Quante e quali siano state le violazioni dei diritti commesse nei confronti di Bradley Manning è sotto gli occhi di tutti. Dopo 500 giorni, è ancora in attesa di un processo. Ed ancora più atroce tutto ciò appare se pensiamo a chi sta perpetrando questi crimini: il governo USA contro un cittadino USA! Il governo di un presidente democratico, eletto grazie anche ai voti delle minoranze e degli strati più deboli e reietti. Uno che si fa fotografare mentre gioca a pallacanestro, ma che rifiuta di rispondere alle domande di migliaia di elettori che vogliono conoscere le condizioni di un loro concittadino. Il presidente di un governo che imprigiona e tortura un suo cittadino, privandolo di ogni diritto civile, riducendolo ad una larva. Ma allora, qual è la differenza tra USA e Cina, tra USA e Siria? Perché ci indigniamo per gli attivisti imprigionati in Cina, per i civili massacrati per strada in Siria, e non per un giovane americano che ha ricordato a tutto il mondo che le guerre pulite non esistono, che i governi dicono solo ciò che vogliono farci sentire? E' ora che gli USA ed i governi occidentali la finiscano di fare la parte dei lucenti cavalieri del bene: la maschera è stata strappata, non vi crediamo più! In Italia abbiamo tanti difetti, ma almeno la gente non la torturiamo!