Berlusconi e la coscenza dei Borg

Inviato da harvey lomax il Ven, 02/15/2008 - 22:50
Argomento
Come avevamo largamente preventivato, è stato deciso di andare alle elezioni. In questi giorni si stanno approntando gli schieramenti, si stipulano alleanze, si architettano sotterfugi e si mangia a scrocco. Come tutti sappiamo, esistono due schieramenti principali. Uno fa capo a Veltroni, ed è il Partito Democratico, l'altro fa capo a Berlusconi e si chiamerà Amici di Piersilvio o Popolo delle Libertà, a vostra scelta. In questo articolo (chiamiamolo così, anche se questo non è né un giornale né un fottuto blog) parleremo del secondo. Da quando sulla scena è comparso il Partito Democratico, Berlusconi ha capito subito che questa nuova forza avrebbe potuto aggregare gruppi diversi della sinistra democratica. Ciò potrebbe costituire un pericolo a causa del potenziale numero di elettori, qualora Forza Italia si presentasse da sola. E' comunque una scena già vista nei palazzi della politica, a partire da soggetti come l'Ulivo, al Partito Popolare Europeo, cose strane (e diverse), indefinibili, che inglobano piccoli soggetti alieni fra loro e che finiscono come al solito con lo sgretolarsi dopo qualche anno. I partiti continuano a cambiare nome, ma le facce rimangono sempre le stesse. Solo più brutte. Ma torniamo alla situazione odierna. Veltroni ha dichiarato successivamente di voler correre da solo, senza inglobare all'interno del Partito Democratico forze di sinistra potenzialmente troppo "esuberanti" per conferire la necessaria stabilità all'interno del suo partito. Ciò ovviamente lo priverebbe dei voti di quella parte dell'elettorato, ma al tempo stesso conferirebbe al suo movimento una convincente compattezza, il che potrebbe apportare ulteriori voti dai moderati. Inoltre, una volta terminate le elezione e fatti i conti, sarebbe inevitabile la solita alleanza anti-Berlusconi delle forze di sinistra, che potrebbero così formare un nuovo governo. Dal canto suo Berlusconi si è mosso su binari paralleli; ha prima inglobato Alleanza Nazionale, ed ora sta tentando di fare lo stesso col partito di Casini. L'Udeur di Mastella ha detto che correrà da solo, ma c'è da scommettere che sarà pronto a salire sulla barca dei vincitori, e tenere così nuovamente in ostaggio il futuro governo, a meno che quest'ultimo non riesca comunqe ad ottenere la maggioranza. In tutto ciò le maggiori incognite sono rappresentate dai medi e piccoli partiti di centro destra e centro sinistra, (oltre ai succitati, per ora anche Socialisti e Radicali per citarne due, sono indecisi). Di per sé, l'insieme di questi costituisce un'insieme, il più eterogeneo possibile, capace comunque di far pendere l'ago della bilancia dall'una o dall'altra parte. Pertanto, a nostro avviso il discorso più o meno enfatizzato del correre da soli vale fino ad un certo punto, e per entrambi gli schieramenti. Al momento sembra che nessuno abbia i numeri per prescindere dai seppur scomodi alleati. Berlusconi lo sa, per questo motivo sta cercando con tutte le sue forze di assimilare anche Pierferdinando Casini ed i suoi alla coscenza dei Borg. L'assimilazione è infatti l'unica via certa per la vittoria, pena rivestire un ruolo marginale nella nuova coalizione. Tuttavia l'Udc è, tra i partiti indecisi di centro destra, quello numericamente più forte, quindi più difficilmente assimilabile, sia per le resistenze del leader, che per quelle delle correnti interne del partito, non tutte favorevoli all'assimilazione. Il prezzo da pagare infatti è alto, la perdità della propria identità di partito per assumerne un'altra, in cui, tra l'altro, è già presente un leader che è praticamente impossibile scalzare. Quali le alternative? Una possibilità, è quella che, secondo la nostra opinione, deve aver studiato il leader di Alleanza Nazionale. Quella che noi in redazione abbiamo definito la tecnica dell'implosione di Hokuto. In pratica, dopo essersi vicendevolmente e simpaticamente insultati per delle settimane, i due leaders dei maggiori partiti di centrodestra hanno convenuto di riunirsi in un nuovo soggetto politico. Fini, ben sapendo di non potersi opporre alla leadership di Berlusconi, si è così lasciato assimilare. Ciò sarebbe secondo noi necessario per porsi in pole position per il delfinato nel nuovo soggetto politico, visto che non esistono al momento altri concorrenti plausibili. Inoltre Fini ha bisogno dell'investitura diretta di Berlusconi per poter persuadere l'elettorato moderato, visto che il suo passato non convince proprio tutti. Una tattica astuta e ben congeniata, anche perché Berlusconi prima o poi si ritirerà, e Gianfranco Fini è più giovane. L'unico che al momento potrebbe ostacolare la scalata del leader di AN al Popolo delle Libertà, è Casini, il quale potrebbe probabilmente contare sull'appoggio di buona parte dei moderati di centrodestra. Al momento però egli non sembra intenzionato a farsi assimilare. Secondo gli organi di stampa, comunicherà la propria decisione domani 16 febbraio 2008. Rumors a noi pervenuti confermano comunque che l'annuncio di domani sarà a sfavore dell'assimilazione. Tuttavia ci sarà ancora un poì di tempo per eventuali ripensamenti e/o scissioni intestine fra assimilanti e non assimilanti. Chi vincerà? I Borg o quel pelatone del capitano Picard? Comunque vada, c'è sempre il teletrasporto trasversale. Non perdevi il prossimo episodio su questo stesso canale. "Capitano a plancia: buttate la pasta che tra un po' se magna."

Come previsto con largo anticipo, e con uno scoop di livello internazionale, siamo stati i primi ad affermare che Casini e l'Udc non sarebbero entrati a far parte del Popolo delle Libertà. L'annuncio ufficiale lo ha confermato. Reazioni positive da D'Alema, mentre Fini afferma che non ci saranno accordi dopo le elezioni. Staremo a vedere.