Anonymous, formalizzate le accuse

Inviato da harvey lomax il Mar, 07/26/2011 - 12:35
Argomento
Sono iniziate le sedute processuali a carico degli imputati arrestati dall'FBI con l'accusa di aver partecipato agli attacchi DDOS contro i siti di PayPal, Visa e Mastercard, a sostegno di Wikileaks, lo scorso anno. Tra gli arrestati c'è Mercedes Renee Haefer, studentessa di giornalismo ventenne, accusata di cospirazione (sembra di essere tornati all'epoca del maccartismo, anche allora l'FBI fu strumento di repressione politica ed ideologica), consenso con hacker allo scopo di danneggiare intenzionalmente un computer protetto e per aver causato danni nel tentativo di hacking. In totale, per le accuse ascritte, rischia 15 anni di galera e $500.000 di multa. Tanto per fare un paragone, una condanna per stupro negli USA ha una durata media di 11,8 anni nel 1992(fonte Wikipedia), 5.4 ai giorni nostri. Una pena oltremodo spropositata, il cui scopo è comunque evidente. Le autorità USA hanno deciso di infierire il più possibile su quei pochi individui arrestati, appioppando loro ogni possibile accusa, con l'intento di spaventare i vari gruppi di hacker che imperversano in questi ultimi tempi. L stessa tecnica che usava Vlad l'Impalatore nei confronti dei nemici Ottomani: mostrare i cadaveri putrefatti dei propri compagni, infilzati su lunghi pali appuntiti ben visibili anche da lontano. Alla berlina d'innanzi ad un'opinione pubblica statunitense per lo più schierata dalla parte delle autorità, ancora memore di quell'11 settembre che cambiò (forse) la loro vita, continuamente bombardata dall'informazione di stato che dipinge Wikileaks, Manning e i vari gruppi di hacktivisti come terroristi al soldo di non si sa chi, che comunque sono nemici degli Stati Uniti. Tutti noi sappiamo che non è così, e che se le condanne possono spaventare qualche smanettone alle prime armi, difficilmente avranno effetto sullo zoccolo duro, come hanno anche ribadito gli Anonymous attraverso il loro account su Twitter.