Recentemente il gruppo di hacktivisti Anonymous pare abbia rivolto le proprie attenzione alla Cina.
Da tempo esiste un account su Twitter,
LulzSec China a cui si è ora aggiunto Anonymous China; il primo in cinese, il secondo in inglese. Proprio quest'ultimo ha fatto sapere di aver intrapreso una campagna di hackeraggio nei confronti dei siti governativi di Pechino. Negli ultimi giorni dello scorso marzo, tra attacchi DDOS e defacciamenti, sono stati circa 500 i siti colpiti. L'elenco è stato pubblicato su Pastebin. Inoltre sarebbero stati trafugati anche i dati di acuni database appartenenti ai siti wnpop.gov.cn e meda.gov.cn, szzfcg.gov.cn, shangzhi.gov.cn.
Anonymous intende protestare contro la censura e l'autoritarismo del regime di Pechino, come si evince dai messagg lasciati sui siti defacciati:
"Dear Chinese Government, you are not infallible, today websites are hacked, tomorrow it will be your vile regime that will fall, so expect us because we do not forgive, never. What you are doing today to your Great People, tomorrow will be inflicted to you. With no mercy. Nothing will stop us, nor your anger nor your weapons. You do not scare us, because you cannot afraid an idea."
Le autorità hanno essenzialmente tentato di negare gli attacchi, salvo una conferma da parte del Ministero degli Esteri, come descritto dalla CNN
Sui siti defacciati campeggiava il seguente banner:
Il gruppo ha però ben altre ambizioni. Sempre su Twitter (vedi immagine nel riquadro), il gruppo ha lasciato intendere di aver rivolto la propria attenzione al Grande Firewall, cioè quel gigantesco sistema implementato in Cina allo scopo di controllare e censurare tutte le comunicazioni che avvengano sul proprio territorio. L'ipotesi sarebbe stata confermata anche all'agenzia Reuters da un sedicente membro del collettivo. Certo è che defacciare un sito è una cosa, demolire o comunque solo danneggiare il Grande Firewall è tutt'altra faccenda. Un impegno che richiede un'imponente potenza di fuoco, ma gli anonimi paiono convinti, ed asseriscono di poter disporre dell'aiuto di centinaia di traduttori, da cui si evince che probabilmente gli adepti non sono, almeno non tutti, Cinesi. Più che plausibile, la Cina dispone di un esercito di hacker al proprio servizio, la sorveglianza è stretta, anche se spesso discreta, difficile trovare un attivista che sia anche hacker, più facile essere al servizio del governo. Ciò spiega anche perché un attacco dall'esterno è più facile, anche se probabilmente meno efficace.
Al momento non vi sono dettagli sull'operazione, per cui il tutto rimane ancora a livello di mera speculazione. Ma come dicono gli Anonymous: "Expect us".
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