Argomento
Il Dipartimento di Giustizia statunitense ha dato via libera al CPTN per l'acquisizione del pacchetto di 882 brevetti da Novell. Il consorzio, guidato da Microsoft, aveva formulato un'offerta, poi ritirata, di circa 450 milioni di dollari per brevetti che interessavano anche la comunità del software open source, che si era repentinamente allarmata per il pericolo che tecnologie brevettate utilizzate da sistemi aperti potessero finire nelle mani di aziende che potessero reclamarne i diritti d'utilizzo. Ora il Dipartimento di Giustizia ha dato l'ok, con l'obbligo però di osservare la licenza GNU-GPLv2 e la Open Invention Network che ne permettono l'utilizzo secondo i rispettivi termini. In altre parole, i nuovi possessori dei suddetti brevetti non potranno rivalersi su chi produce e lavora con software open source, come per esempio Linux. A margine di ciò vi è da aggiungere che è stato rifiutato il permesso d'acquisto di 33 brevetti al consorzio stesso.
Gli ultimi anni ci hanno abituati a scontri feroci fra le aziende in merito alla proprietà intellettuale. Il mondo del software aperto va da sempre contro corrente, permettendo la diffusione, la modifica e la copia secondo i termini di licenze come la GPL nelle sue varie versioni, la licenza Apache e la BSD, che favoriscono conoscenza e sviluppo. Dal lato opposto, il mondo del codice proprietario si è visto perdere importanti fette di mercato a causa della sempre maggior diffusione del software open in vari ambiti, soprattutto sui server, dove i sistemi basati su Linux e BSD la fanno da padrone. Accade così che le grandi compagnie IT tentino di appropriarsi di brevetti e tecnologie open, quandanche di acquisire totalmente delle aziende, in modo tale da poter eliminare o limitare i propri concorrenti. Fortunatamente (vedi la causa SCO contro Linux), i tribunali iniziano finalmente a riconoscere l'importanza delle tecnologie open, ed i soliti trucchetti dei giganti dell'IT talvolta falliscono.
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