Corsa al Quirinale, il nome nuovo

Il nuovo anno è appena incominciato, e già si profilano all’orizzonte le sfide che il paese dovrà affrontare a partire dai prossimi giorni. Oltre alle coppe ed al campionato, vi sarà a breve una nuova disfida che terrà gli Italiani con l’orecchio incollato alla radio. Parliamo dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, che fra qualche settimana succederà a Giorgio Napolitano. Quest’ultimo durante il discorso di fine anno ha infatti reso partecipe il popolo di essere giunto al capolinea del suo mandato, e che è quindi auspicabile trovare un sostituto in tempi brevi.
Il problema non appare di facile soluzione. In questo momento di crisi ormai quinquennale, governati da un governo non eletto dai cittadini, sorretto da un’ambigua coalizione di destra – sinistra, una specie di evoluzione della Große Koalition germanica che qui potremmo definire Grande Minestron, si cerca di individuare la persona giusta per il Quirinale. Tempo addietro, con le elezioni europee, già ci si era trovati dinnanzi a tale dilemma, ed all’occasione furono diversi i nomi che saltarono fuori dal cilindro; da Milena Gabanelli a Berlusconi, da Veronesi a Sandokan, da Prodi ad Obi Wan Kenobi, da Montezemolo a Montezuma. Per fortuna non se ne fece nulla, ma ora ci ritroviamo ancora una volta ad assistere a tale lotteria. Al momento sembra che Berlusconi ed il suo partito siano propensi alla figura di Romano Prodi, ex nemico che ora diverrebbe invece figura di garanzia, ma l’interessato pare nicchiare. A sinistra non ci si sbilancia molto, ed oltre al nome del Presidente del Senato Grasso, vi sono Stefano Rodotà (precedentemente proposto dal Movimento 5 Stelle), Veltroni, Amato, D’Alema. E poi Boldrini, Bonino, Padoan, Draghi e Pinotti. Senza contare l’immancabile Silvio Berlusconi. Insomma, un’autentica ventata di freschezza giovanile! A questo punto l’unica cosa certa è l’incertezza. Il grosso problema è trovare una figura che vada più o meno a genio a tutti, un garante, un uomo imparziale, meglio se al dì fuori delle logiche di partito e possibilmente immune all’influenza delle lobby. Una figura super partes che sia in grado di rilanciare l’immagine dell’Italia nel mondo, una personalità riconosciuta ed apprezzata a livello internazionale, in grado di raccogliere intorno a sé non soltanto la maggioranza di voti del Parlamento, bensì quel consenso popolare necessario a cementare il rapporto fra i cittadini ed i loro rappresentanti, mai così distanti come ora. L’Italia ha bisogno di un uomo deciso, acuto, preciso, quadrato. Uno che sappia approcciarsi al compito con occhi diversi da quelli del politico, perché di questi gli Italiani non si fidano più. Una persona che magari non sia il solito (presunto) esperto di tutto, ma un tecnico che sappia fare il suo lavoro, e sappia farlo bene. Meglio avere qualcuno che vede le cose come il comune uomo della strada ed agisce di conseguenza, piuttosto che un individuo riempito di nozioni scolastiche e luoghi comuni che non sappia ragionare per conto proprio.
#VotaSacchiPresidenteCi vuole una persona che sia vicino alla gente, nello spirito e nel cuore. Uno come ARRIGO SACCHI. Sì, proprio l’ex allenatore della nazionale di calcio e di compagini quali Milan, Parma ed Atletico Madrid. Una figura vincente, internazionale, apprezzata da tutti, in grado di racchiudere nella propria persona le due maggiori componenti sociali del tessuto nazionale: politica e calcio. Una formula senz’altro vincente, perché in grado di riunire intorno a sé proprio tali componenti, distanti non solo per definizioni, ma esse stesse motivo di divisione. Calcio e politica da sempre dividono la nostra società, ed Arrigo Sacchi sarebbe probabilmente l’unico, a nostro insindacabile giudizio, a poter cementare tutta la diversità in esse contenute, coalizzando le più diverse forze del paese sotto l’unica bandiera del rilancio e dell’orgoglio di una nazione ferita. Il mister ha vinto diversi titoli, ha anche perso, ma soprattutto ha combattuto, con quel piglio e quell’orgoglio che gli Italiani sanno tirar fuori solo quando si vestono di azzurro. Il Times lo ha eletto miglior allenatore italiano di tutti i tempi, è stato nominato commendatore, è entrato nella Hall of Fame del calcio nostrano. E’ Arrigo Sacchi la figura nuova che potrà far riconquistare credibilità al paese e ridare ai suoi cittadini l’orgoglio e la fiducia che meritano. Sarà il presidente di tutti, dal PD a Forza Italia, dal Movimento 5 Stelle alla Lega Nord, dal Milan all’Inter, dalla Juventus al Napoli, dai tifosi del calcio a quelli del tamburello. Conferire il mandato a Sacchi significa conferire all’Italia un ruolo da protagonista nello scacchiere europeo ed internazionale, portare freschezza ed innovazione nel mondo conservativo della politica, ma anche e soprattutto portare un nuovo modo di pensare nel mondo stantio e muffito dell’economia e della finanza, un asfissiante pressing a tutto campo su aziende e lavoratori affinché emergano realmente le eccellenze e si premi il lavoro, condannando inesorabilmente la mancanza di innovazione e di competitività, soprattutto nei confronti delle altre nazioni, la vecchia cultura del lavoro e del fare business, alla serie B del mercato, alla retrocessione, al fallimento. Spazzare via il vecchio e lasciare il campo ad una mentalità vincente che da sempre ha contraddistinto Arrigo Sacchi, fuori e dentro al campo. Per tutte queste ragioni riteniamo che egli sia la giusta bandiera sotto alla quale raggruppare la nazione, l’unico che sia veramente in grado di affrontare le intemperie di questo decennio a petto nudo, senza paura. Pur riconoscendo la mancanza di esperienza a livello politico, ricordiamo agli scettici due fattori. Primo, anche altri candidati, come per esempio la giornalista Gabanelli, erano stati in passato proposti, pur essendo privi di esperienza. In secondo luogo, ancora più degno di nota, sono certe figure che si sono avvicendate al Quirinale: pur essendo politici di lungo corso, hanno prodotto disastri, sono rimasti invischiati in losche vicende, qualcuno ha pure dovuto dimettersi. In tutta onestà, siamo convinti che per quanto Sacchi possa sbagliare, non sarà certo peggio di questi ultimi. Egli merita senz’altro una possibilità. Non perché lo diciamo noi, ma perché lo vuole il Paese! Portiamo Arrigo Sacchi al Quirinale, facciamo pressione affinché egli venga candidato e possa giocarsi le proprie carte. A tale scopo abbiamo deciso di (ri)lanciare sui social network l’hashtag #votasacchipresidente. Diffondetelo. Ritwittatelo. Facebooklatelo. Tumblratelo. L’Arrigo nazionale al Quirinale!