La verità sulla liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo.

Le due cooperanti rapite in Siria il 31 luglio 2013 sono ritornate in Italia giovedì scorso. Sono state accolte dal ministro degli esteri Gentiloni all’aeroporto di Roma. Le due ragazze torneranno oggi a casa dopo essere state interrogate, hanno chiesto scusa all’Italia ed aggiunto che non torneranno mai più in Siria. Secondo quanto dichiarato, lo scopo del rapimento era quello di ottenere un riscatto. Proprio su questo punto si è scatenata la polemica. Secondo quanto riportato da media stranieri prima e da altri italiani poi, il governo avrebbe pagato 12 milioni (dollari? euro? broccoli?). Nell’aula del Parlamento, il ministro Gentiloni ha seccamente smentito che sia stato pagato alcun riscatto, e ribadito che la linea dell’attuale governo è la stessa che è sempre stata attuata dallo stato. Frase piuttosto sibillina. In un’altra occasione ha poi ribadito che la cifra di 12 milioni sarebbe assurda. Diciamo “fuori mercato”. Soprattutto in un periodo di crisi come questo, aggiungeremmo. Tuttavia forse la domanda da porre al ministro doveva essere probabilmente un’altra, ovvero: “Se l’Italia avesse pagato un riscatto, ce lo avrebbe detto?”. E poi, se realmente non fosse stato pagato alcun riscatto, perché i rapitori avrebbero rilasciato le due ragazze? Buon cuore? Noia? Paura? Quattro caciotte ed un fiasco di barbera? C’è poi un’altra questione, anche se secondaria. Ammesso che via sia stato uno scambio fra prigionieri e denaro, ebbene in tal caso saremmo dinnanzi all’ennesimo caso di un ministro che mente al Parlamento.

Forse però c’è un’altra possibilità. Siamo riusciti a scovare una teoria che permette di salvare capra e cavoli, di consentire al ministro di dire ciò che ha detto senza mentire e di confermare l’avvenuto pagamento. Secondo questa, la verità è che non è stato pagato alcun riscatto. Si è infatti trattato di un prestito. Un prestito con obbligo di riscatto per giugno. In tal modo il ministro non avrebbe mentito, i 12 milioni verrebbero pagati a giugno, e tecnicamente non si tratta di un riscatto. In realtà pare che inizialmente il governo italiano avesse proposto in cambio delle due ragazze una contropartita tecnica: Mauro Bellugi e Ruben Buriani. Inspiegabilmente però i terroristi avrebbero rifiutato…