Ha dell’incredibile quanto accaduto al cimitero di Tropea, dove le forze dell’ordine hanno arrestato Francesco Trecate di 62 anni, dipendente comunale, il figlio Salvatore (38), già noti alle forze dell’ordine, e Roberto Contartese (53), incensurato. L’accusa è raccapricciante: associazione a delinquere – per questo reato il gip non ha emesso l’ordinanza – violazione di sepolcro, distruzione di cadavere, illecito smaltimento di rifiuti speciali cimiteriali e peculato. Secondo le ricostruzioni, l’allegra compagnia esumava cadaveri a pacchi per poi insacchettarli e liberare posto in cimitero. I corpi in decomposizione venivano fatti a pezzi con utensili vari ma anche a mani nude. Gli indagati affondavano i propri arti nella putrida carne in disfacimento per poi distaccarne i pezzi senza troppa difficoltà. Uno degli arrestati viene ripreso mentre tiene in mano la testa di una donna, il cui corpo viene poi collocato in alcuni sacchi neri e portato via. Forse riciclati per una performance teatrale? Supposizioni certo, ma a pensar male non si fa mai torto.
L’indagine iniziò nel 2019 ed i colpevoli sono stati presi, è il caso di dirlo, con le mani nel sacco grazie ad una telecamera piazzata l’anno scorso dai finanzieri, i quali continuano ad indagare per verificare l’eventuale coinvolgimento di ulteriori soggetti. I cadaveri infatti potrebbero essere stati venduti ad un ristorante oppure ad una setta satanica per qualche simpatico rituale. Od ancora riassemblati e posti sugli spalti di uno stadio al posto delle ormai consuete sagome di cartone: nessuno si accorgerebbe della puzza, un berretto ed un paio di occhiali da sole coprirebbero la carne in disfacimento e l’invisibile lenza da pesca permetterebbe anche di agitare le braccia come veri tifosi!