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Scioperi in Cina contro le condizioni di lavoro
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Non è la prima volta, non sarà l’ultima. Da tempo anche gli operai in Cina hanno iniziato a protestare e scioperare nei confronti delle grandi compagnie, spesso occidentali, che lì operano impiegando manodopera locale. I motivi più ricorrenti sono i bassi salari, le condizioni di lavoro, le troppe ore lavorate, la mancanza di sicurezza. In altre parole, sfruttamento. Ciò che noi abbiamo conquistato nel corso dello scorso secolo (e che ora stiamo perdendo) è ora divenuto l’obiettivo dei lavoratori cinesi, e non solo. Anche nel resto del sud est del continente gruppi organizzati e sindacati incominciano a farsi sentire, noncuranti delle minacce, e spesso anche delle violenze che subiscono da parte delle forze di polizia, piuttosto che da non meglio precisate milizie para militari. Secondo China Labor Watch, ieri circa 1000 lavoratori presso lo stabilimento della Jingyuan Computer Group (精元電腦), a Shenzhen, hanno scioperato per protestare appunto contro le difficili condizioni di lavoro. Secondo quanto riportato, il personale lavora dalle 100 alle 120 ore in più al mese, con turni dalle 6 di pomeriggio a mezzanotte (poiché nel week end l’azienda avrebbe dovuto pagare di più); gli incidenti sono frequenti ed il management avrebbe compiuto abusi verbali nei confronti dei dipendenti, approfittando della propria posizione di comando; frequenti sarebbero anche i licenziamenti dei lavoratori più anziani. Lo sciopero sarebbe durato alcune ore, ed avrebbe portato al blocco della vicina autostrada, controllato da vicino da centinaia di agenti in tenuta anti sommossa. Successivamente la compagnia taiwanese Jingyuan avrebbe acconsentito a diminuire il monte ore, e lo sciopero è così rientrato. Jingyuan Computer Group produce hard disk, tastiere, display e videocamere per aziende come Apple ed IBM, e nello stabilimento di Shenzhen sono impiegati circa 3000 lavoranti. Recentemente si sono avuti altri episodi di protesta simili a questo in altri stabilimenti in Cina. 400 operaie di una fabbrica di biancheria intima a Shenzhen, hanno chiuso l’alimentazione elettrica dell’impianto ed incrociato le braccia, dopo che un manager aveva detto ad una di loro di “saltare da un tetto ed andare all’inferno”. La scorsa settimana, 7000 lavoratori di una fabbrica nei pressi di Dongguan erano entrati in sciopero a causa dei licenziamenti e dei tagli agli stipendi. Sono seguiti degli incidenti con le forze dell’ordine. L’impianto produce abbigliamento sportivo per Nike, Adidas e New Balance.
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