È morto oggi 8 gennaio 2024 a 90 anni una voce e firma storica del giornalismo sportivo italiano, Rino Tommasi. Uno a cui la stragrande maggioranza dei giornalisti di oggi, sportivi e non, non è degna nemmeno di togliere la gomma da masticare dalla suola della scarpa. Un giornalista d’altri tempi, che raccontava gli eventi sì con trasporto ma nella giusta dose; pacato quando serviva, equilibrato e corretto. Negli anni ’80 approdò sulle reti Fininvest, e grazie soprattutto a lui il pubblico italiano iniziò a conoscere ed apprezzare il football americano, le cui partite venivano appunto trasmesse dalle reti di Berlusconi, e che Tommasi raccontava e spiegava agli telespettatori incuriositi. Stranamente, non era il calcio lo sport di cui si occupava principalmente. A parte il football americano, era profondo conoscitore del tennis, che spesso commentava col collega Gianni Clerici, formando un duo memorabile. Grazie alle sue cronache degli incontri di pugilato, altra sua grande passione, molti italiani (fra cui chi vi scrive) si appassionarono alla nobile arte, della quale fu anche organizzatore di incontri dalla metà alla fine degli anni sessanta.
Durante le sue cronache snocciolava dati come fosse un elaboratore, fu probabilmente il primo a parlare di statistiche in modo approfondito e dettagliato all’interno dei commenti sportivi, senza però avere a disposizione Internet od altra tecnologia allora inesistente.
In un mondo di urlatori, di saccenti e prepotenti, di lecchini e yes men, Rino Tommasi si è sempre distinto con la sua classe e la sua professionalità al di sopra di tutti; parte di quell’Olimpo di giornalisti sportivi di un’epoca in cui se non sapevi parlare e scrivere correttamente, facevi un altro lavoro. Non come oggi.