Italia cucù, i marò non ci son più

Avevamo cantato vittoria troppo presto.

Immagine utilizzata secondo fair use; proprietario ignotoCon l'ennesima figura barbina, il governo italiano ha dimostrato ancora una volta che questo paese ha una credibilità internazionale pari a zero. E lo ha fatto sulla pelle di due soldati, due suoi servitori che hanno giurato di dare anche la lotro vita per la patria. Lo stato ringrazia sentitamente, e dopo averli presi per il culo per qualche giorno, li rispedisce in India, vantandosi pure del fatto che non saranno condannati a morte. Grazie caro governo, grazie ancora una volta di averci resi fieri di essere Italiani, di aver dimostrato fermezza e decisione, del supporto per i propri servitori. Ci hai coperto di ridicolo dinnanzi a tutto il mondo, col tuo comportamento hai insultato i due marò e tutte le forze armate. Non importa se essi siano o meno colpevoli, questo lo deciderà un tribunale, ma il tuo compito era quello di assisterli, affiancarli e supportarli. Invece li hai abbandonati (a prescindere dalle dichiarazioni di rito e dall'assistenza d'ordinanza fornita dal povero ambasciatore) in terra straniera, per un anno, cosa che gli USA non avrebbero mai permesso se si fosse trattato di loro militari; li hai illusi, presi in giro e rispediti in India. Questo è il rispetto che le nostre istituzioni hanno per chi li serve fedelmente. I marò possono anche aver ucciso i pescatori, sicuramente non volontariamente, e se sono colpevoli, pagheranno, ma ciò doveva accadere nel loro paese, in ossequio a tutte le leggi internazionali del caso, non dovevano essere rinchiusi per un anno e più e poi processati (quando non si sa) in una terra straniera.
Caro governo, dal profondo del cuore, come direbbe Beppe Grillo: VAFFANCULO!