Bin Laden, il capo dell’organizzazione terroristica Al Qaeda, è stato ucciso lo scorso 1 maggio nel corso di un blitz condotto da reparti speciali americani. La notizia ha fatto il giro del mondo. Unanimi i consensi dalle forze politiche italiane e dai rappresentanti delle varie nazioni sparse nel mondo, con qualche rara eccezione. L’uomo è stato raggiunto presso un edificio nella città di Abbottabad, non distante dalla capitale del Pakistan, Islamabad, a poca distanza da una caserma dell’esercito, fatto che ha destato non pochi sospetti sui servizi segreti e sulle forze armate locali: possibile che non sapessero che il ricercato numero uno degli Stati Uniti si trovasse proprio in quell’abitazione, in una zona molto frequentata e sotto gli occhi di tutti? Per di più praticamente attaccato ad una caserma? Il fatto poi che gli USA abbiano deciso ed intrapreso l’azione senza interpellare il Pakistan la dice lunga n merito ai suddetti sospetti. Il blitz è stato compiuto dai Navy Seals della marina, ed è durato appena 15 minuti, secondo quanto riferito. Giunti sul posto a bordo di elicotteri Black Hawk (di cui uno, in avaria, verrà distrutto), i militari si sono calati con delle funi. Sono seguite delle esplosioni, poi il commando ha ingaggiato e neutralizzato il nemico. Si contano cinque cadaveri alla fine, tutti tra le forze ostili. Uno di questi è Osama Bin Laden. Pare vi fossero due donne e dei bambini; una è morta, gli altri verranno consegnati ai loro paesi d’origine. I Seals si ritirano, portandosi dietro il cadavere del leader nemico ed un pc. Le forze pakistane vengono avvisate di lasciar passare il convoglio, che giunge sulla portaerei Carl Vinson. Al cadavere viene prelevato del DNA, poi viene sepolto in mare; pare che nessuno volesse farsi carico dell’ingombrante presenza, né Pakistan né Arabia Saudita.
Bin Laden nel corso della sua unica partecipazione al Grande Fratello Talebano, dove vinse a mani basse, “eliminando” tutti gli altri concorrenti…
Barak Obama è riuscito lì dove il suo predecessore Bush junior aveva fallito. Sebbene non sia ancora chiaro se lo scopo della missione fosse la cattura o direttamente l’eliminazione, come dichiarato frettolosamente dalle autorità USA in un primo momento, la morte del nemico pubblico numero uno degli Stati Uniti assume un alto valore simbolico. Bin Laden già da tempo altro non era che il simbolo di un’organizzazione ormai completamente decentrata, fatta di cellule sparse per il mondo, senza un vero coordinamento. Più volte è stato dipinto come un individuo in cattive condizioni di salute, vecchio e debole, forse incapace di comandare una siffatta organizzazione. I suoi celebri video e messaggi audio si erano fatti sempre più rari, forse a dimostrazione della suddetta tesi. Non è escluso che ve ne siano comunque di inediti, magari registrati appositamente per mantenere in vita il mito in caso di morte. La fine di Bin Laden non è la fine del terrorismo, né quella dei talebani. La sua dipartita avrebbe sicuramente avuto un impatto maggiore se fosse avvenuta anni fa; ora come detto, ha più che altro un valore simbolico. E’ una vittoria dell’amministrazione USA. Bush aveva detto “Prima o poi lo prenderemo”. Non lui ma il suo successore ha mantenuto la promessa. Si è avverata la retorica secondo cui alla fine la giustizia, che uno dei pilastri dell’ideologia d’oltreoceano, tanto celebrata dal cinema, trionfa: non importa dove e quanto tempo ci vuole, il Bene trionfa sul Male. Ciò che rimane ora sono i molti dubbi. La foto falsa del cadavere diffusa in un primo memento dai media pakistani, il mistero sulla sepoltura in mare. Perché non è stato sepolto sulla terraferma come prescrivono i dettami della religione islamica? Perché il cadavere non è stato filmato o fotografato prima di essere gettato ai pesci? Perché non è stato catturato? Cosa contiene l’hard disk recuperato nell’abitazione di Abbottabad. Quesiti a cui è stato parzialmente risposto, attraverso poche dichiarazioni e molte supposizioni. La teoria del complotto è però dietro l’angolo: in molti sospettano che vi siano molti aspetti oscuri nella vicenda e che le risposte fornite non siano soddisfacenti. Speriamo che nei prossimi giorni la nebbia si dipani e che vangano fornite prove certe. Non ci fidiamo più delle dichiarazioni di politici ed agenti segreti, soprattutto di quelli che considerano ridicole le ipotesi di complotto. Wikileaks insegna. Ad ogni modo, presto dovrebbero essere diffuse alcune delle fotografie riguardanti l’azione che ha portato all’uccisione del leader di Al Qaeda, sperando che in tal modo si riesca a porre la parola Fine alla vicenda.