Argomento
Il caso Datagate sdiventa sempre più spinoso e si arricchisce di nuove rivelazioni.
Mentre la talpa Edward Snowen si trova ancora all'aereoporto di Mosca, in attesa di notizie sulla propria richiesta d'asilo all'Ecuador, gli USA negli scorsi giorni si sono rivolti alle autorità russe con la consueta arroganza per richiedere la consegna dell'arcinemico. Il diniego li ha ovviamente fatti infuriare, ed asserire, con una formula cara alla Repubblica Popolare Cinese, che la risposta sfavorevole "potrebbe avere negativi risvolti nelle relazioni fra i due paesi". Ma Putin non è certo tipo da farsi minacciare, e così, almeno per il momento, Snowden rimane al sicuro, aiutato da Wikileaks e dai soldi dei suoi finanziatori, senza i quali sarebbe impossibile sopravvivere a lungo in tale situazione.
Nel frattempo divampano le polemiche sui dati dei cittadini non americani, in special modo europei, che le grandi corporation americane come Google, e Microsoft tanto per citare due esempi, hanno consegnato alle autorità federali. Una mole enorme che riguarda tutti, in palese violazione di tutte le norme sulla privacy, ma soprattutto della sovranità nazionale di ogni stato: si tratta di spionaggio bello e buono, perpetrato da una nazione che spia i propri alleati. Ovviamente non è dato sapere chi esattamente sia stato spiato, ma nulla vieta di ritenere che possano rientrare nella categoria anche personaggi pubblici nostrani, tra cui politici, uomini d'affari, banchieri, attivisti, scienziati, medici, militari e quant'altro. Figurarsi se le agenzie USA si lasciano sfuggire l'oppurtunità di spiare le intenzioni dei nostri politici e di quelli del resto d'Europa! Secondo un articolo pubblicato ma successivamente cancellato, dall'edizione online del Guardian, addirittura si parla di dati che gli stessi governi avrebbero passato sottobanco agli Stati Uniti. Notizia la momento non verificabile, ma che non desterebbe certo meraviglia (soprattutto nel caso del Belpaese). Una smentita ufficiale riguardo al coinvolgimento dell'Italia nel progetto Prism è comunque giunta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giovanni Legnini.
Sia il Garante della Privacy nostrano, che il ministro degli Esteri Emma Bonino ed i rappresentanti di Germania e Francia si stanno attivando, soprattutto in sede europea, per chiedere spiegazioni agli Stati Uniti. Il governo Merkel parla giustamente di clima da "guerra fredda". D'altro canto le ultime rivelazioni pubblicate dal settimanale tedesco Der Spiegel, raccontano di intercettazioni USA a carico di ambasciate europee, tra cui quella italiana, che si trovano a Washington e New York, di come il numero sia cresciuto vorticosamente.
In queste ore si parla anche di Stellar Wind, l'ennesimo programma di spionaggio made in USA, che dal 2001 al 2011 ha raccolto i metadati di ogni email scambiata sulla rete statunitense fra cittadini locali e stranieri (mittente, destinatari). Il programma, abolito da Obama, è stato sostituito da uno nuovo, più efficace e pervasivo.
Gli Stati Uniti non paiono per altro intenzionati a scusarsi. Il segretario di stato John Kerry, a margine del summit Asean in Brunei, ha dichiarato: «Cercare informazioni su altri Paesi non è inusuale» - «posso dire che qualsiasi Paese del mondo impegnato su questioni internazionali, o di sicurezza nazionale, intraprende molte attività per proteggere la sua sicurezza nazionale, a cui contribuiscono informazioni di tutti i tipi». In altre parole: Di cosa vi lamentate? E' normale che gli Stati Uniti possano ficcare il naso ovunque e senza motivo. Noi Siamo Gli Stati Uniti e facciamo quel cacchio che ci pare e non dobbiamo rendere conto a nessuno! Chiaro?? O preferite che vi mandiamo qualche finto terrorista armato di micidiali pistole a raggi X?
Rimane poi il fatto che NSA e soci hanno anche mentito a precise domande dei membri del Congresso, riguardo al'esistenza di intercettazioni dell'agenzia su cittadini americani. Non solo hanno mentito ai propri alleati, ma anche al proprio popolo.
Mentre la talpa Edward Snowen si trova ancora all'aereoporto di Mosca, in attesa di notizie sulla propria richiesta d'asilo all'Ecuador, gli USA negli scorsi giorni si sono rivolti alle autorità russe con la consueta arroganza per richiedere la consegna dell'arcinemico. Il diniego li ha ovviamente fatti infuriare, ed asserire, con una formula cara alla Repubblica Popolare Cinese, che la risposta sfavorevole "potrebbe avere negativi risvolti nelle relazioni fra i due paesi". Ma Putin non è certo tipo da farsi minacciare, e così, almeno per il momento, Snowden rimane al sicuro, aiutato da Wikileaks e dai soldi dei suoi finanziatori, senza i quali sarebbe impossibile sopravvivere a lungo in tale situazione.
Nel frattempo divampano le polemiche sui dati dei cittadini non americani, in special modo europei, che le grandi corporation americane come Google, e Microsoft tanto per citare due esempi, hanno consegnato alle autorità federali. Una mole enorme che riguarda tutti, in palese violazione di tutte le norme sulla privacy, ma soprattutto della sovranità nazionale di ogni stato: si tratta di spionaggio bello e buono, perpetrato da una nazione che spia i propri alleati. Ovviamente non è dato sapere chi esattamente sia stato spiato, ma nulla vieta di ritenere che possano rientrare nella categoria anche personaggi pubblici nostrani, tra cui politici, uomini d'affari, banchieri, attivisti, scienziati, medici, militari e quant'altro. Figurarsi se le agenzie USA si lasciano sfuggire l'oppurtunità di spiare le intenzioni dei nostri politici e di quelli del resto d'Europa! Secondo un articolo pubblicato ma successivamente cancellato, dall'edizione online del Guardian, addirittura si parla di dati che gli stessi governi avrebbero passato sottobanco agli Stati Uniti. Notizia la momento non verificabile, ma che non desterebbe certo meraviglia (soprattutto nel caso del Belpaese). Una smentita ufficiale riguardo al coinvolgimento dell'Italia nel progetto Prism è comunque giunta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giovanni Legnini.
Sia il Garante della Privacy nostrano, che il ministro degli Esteri Emma Bonino ed i rappresentanti di Germania e Francia si stanno attivando, soprattutto in sede europea, per chiedere spiegazioni agli Stati Uniti. Il governo Merkel parla giustamente di clima da "guerra fredda". D'altro canto le ultime rivelazioni pubblicate dal settimanale tedesco Der Spiegel, raccontano di intercettazioni USA a carico di ambasciate europee, tra cui quella italiana, che si trovano a Washington e New York, di come il numero sia cresciuto vorticosamente.
In queste ore si parla anche di Stellar Wind, l'ennesimo programma di spionaggio made in USA, che dal 2001 al 2011 ha raccolto i metadati di ogni email scambiata sulla rete statunitense fra cittadini locali e stranieri (mittente, destinatari). Il programma, abolito da Obama, è stato sostituito da uno nuovo, più efficace e pervasivo.
Gli Stati Uniti non paiono per altro intenzionati a scusarsi. Il segretario di stato John Kerry, a margine del summit Asean in Brunei, ha dichiarato: «Cercare informazioni su altri Paesi non è inusuale» - «posso dire che qualsiasi Paese del mondo impegnato su questioni internazionali, o di sicurezza nazionale, intraprende molte attività per proteggere la sua sicurezza nazionale, a cui contribuiscono informazioni di tutti i tipi». In altre parole: Di cosa vi lamentate? E' normale che gli Stati Uniti possano ficcare il naso ovunque e senza motivo. Noi Siamo Gli Stati Uniti e facciamo quel cacchio che ci pare e non dobbiamo rendere conto a nessuno! Chiaro?? O preferite che vi mandiamo qualche finto terrorista armato di micidiali pistole a raggi X?
Rimane poi il fatto che NSA e soci hanno anche mentito a precise domande dei membri del Congresso, riguardo al'esistenza di intercettazioni dell'agenzia su cittadini americani. Non solo hanno mentito ai propri alleati, ma anche al proprio popolo.
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